Come andare in montagna
Andar per sentieri

Una bella gita richiede anche un po’ di organizzazione, quel tanto per partire sapendo dove si va e cosa è bene portarsi dietro. Eccovi dunque bambini alcuni miei consigli.
Prima di una qualsiasi escursione, se sapete leggere la cartina geografica che vi siete procurati, riuscirete anche ad individuare il numero del sentiero (segnavia) che vi accompagnerà, i punti di riferimento per non perdervi, quelli panoramici, le salite e le discese, eventuali torrentelli da attraversare… insomma, riuscirete a distribuire le energie lungo tutto il percorso.
Nello zaino – che deve avere un buono schienale e dei comodi spallacci per reggere correttamente il peso sulla vostra schiena – non possono mancare il kit del pronto soccorso (contenente cerotti, garza, disinfettante, forbicina, pinzetta, pomata contro punture di insetti), una torcia con pile cariche (nel caso veniste sorpresi dal buio, per entrare in qualche cavità o mandare segnali), un coltellino e una bussola, perché anche l’improvviso alzarsi della nebbia può far perdere l’orientamento, una borraccia di acqua fresca, una tavoletta di cioccolato. Prima di partire, ancora due parole: controllate sempre le previsioni del tempo perché in montagna, specie sopra i 1.500 metri, un cielo sereno può cambiare velocemente, riempiendosi di nuvole minacciose. In caso di temporale ricordatevi che quando un fulmine tocca il terreno, la corrente si diffonde anche in superficie ed è quindi possibile subire dei danni anche se non si viene colpiti direttamente. È bene comunque stare lontani dagli alberi ed è assolutamente vietato ripararsi sotto i rami più bassi; non correre per scappare dai fulmini bensì stare fermi e, se proprio, camminare con passi lunghi.
Passiamo ora all’abbigliamento, che vi suggerisco “a cipolla”, cioè con diversi strati di vestiti, che vi permetterà di non sudare ma neppure di tremare dal freddo; soprattutto – estate e inverno – ai piedi calzate sempre scarponcini alti, indispensabili per non prendere brutte storte, in qualche passaggio particolarmente difficile o scomodo e, pure, se una vipera è sul vostro sentiero. Se ciò dovesse capitare, comunque, non fate movimenti bruschi: fermatevi immediatamente e lasciate che il serpente si allontani da solo.
Ed ora in cammino, senza abbandonare i percorsi segnati perché contribuireste a rovinare l’equilibrio di quel territorio calpestando eventuali nidi, animaletti, piante e fiori; soprattutto, non lasciate in giro i resti dei vostri picnic.
Divertitevi a camminare ma senza andare troppo di corsa: ogni escursionista ha il suo “passo” e se siete in gruppo ricordatevi di non lasciare indietro i più lenti. Fermatevi così di frequente per delle brevi soste: non solo per riposare e recuperare energie, ma anche per mangiare qualcosa o per bere, oppure anche solo per osservare la natura, il bosco, i pascoli che state attraversando, le montagne che vi circondano.
Se avete deciso delle piccole varianti al percorso – non fidatevi comunque mai troppo del vostro intuito e non avventuratevi da soli in tragitti pericolosi e meno che meno in boschi privi di punti di riferimento – agli incroci potrete lasciare per terra qualche traccia (ad esempio bastoncini a forma di freccia, tre sassi uno sopra l’altro, un rametto d’albero spezzato ecc.) che, sulla strada del ritorno, saprà indicarvi la direzione giusta da prendere. In caso di incidenti ricordatevi di telefonare al Soccorso Alpino: tel. 112.
Quando arriva finalmente il momento del pranzo, non mangiate in modo esagerato anche se avete una gran fame: con la pancia troppo piena, magari di cibi grassi e bibite gasate, farete più fatica a riprendere il cammino.
Se la vostra gita prevede anche di passare la notte in un rifugio alpino – aperti in genere da metà giugno a metà settembre – ricordatevi che, considerando lo spazio piuttosto limitato, occorre educazione e senso civico per una serena convivenza; nei cameroni, dove non si entra con gli scarponcini, il sonno va rispettato e, alle ore 22, tutti a nanna!
Infine, per rendere ancora più piacevole la vostra escursione, non dimenticatevi un binocolo per fare “bird-watching”, ovvero per osservare gli uccelli da lontano senza disturbarli, oppure qualche animale selvatico che si sta abbeverando a un laghetto, un capriolo che immobile vi sta osservando da un pascolo distante. E per raccontare agli amici le bellezze che avete visto, una macchina fotografica vi aiuterà a fissare un panorama bellissimo, i colori di una montagna, oppure ancora un fungo particolarmente strano; su un quadernetto, invece, potrete disegnare la baita incontrata nel bosco o essiccare tra le pagine un fiorellino... mi raccomando, chiedete ai vostri genitori quali sono i fiori protetti che non si possono raccogliere!
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